NOTTE D'ARGENTO, IL DAVID LANCIA LA MARATONA DA BRIVIDO DI DARIO ARGENTO: «ECCO I 5 FILM CHE HO SCELTO PER FESTEGGIARE INSIEME IL RITORNO IN SALA» di Elisa Grando

L'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello partecipa alle Notti Bianche con una speciale maratona notturna in 5 titoli scelti direttamente dal Maestro del brivido: Argento ci racconta quali sono, perché li ritiene cruciali nella sua filmografia e cosa prova a un passo dal ritorno dietro la macchina da presa con Occhiali neri


In un'epoca di grandi paure collettive, quotidiane e fin troppo tangibili, abbiamo più che mai bisogno di ritrovare il cinema di Dario Argento, dove la paura torna uno spazio libero e immaginifico fra le inquietudini più intime, i sogni, l'inconscio. L'occasione arriva con la Notte d'Argento, l'omaggio che l'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello tributa al Maestro del brivido nell'ambito delle Notti Bianche del Cinema e della campagna #Soloalcinema con un'imperdibile maratona di cinque titoli scelti per il pubblico dal regista stesso.


La maratona, che coinvolgerà 70 sale in 25 città diverse in tutta Italia, inizierà il 2 luglio, introdotta da una speciale presentazione in video del Maestro, e proseguirà anche il 3 luglio aperta stavolta da un collegamento live con Argento dal set del suo nuovo film, Occhiali neri. Il regista ha scelto quattro titoli fondamentali della sua filmografia (L'uccello dalle piume di cristallo, Profondo rosso, Suspiria e Opera) affiancati da film che, invece, hanno ispirato particolarmente la sua visione del cinema: gli horror di Jacques Tourneur.


Qui sotto, Dario Argento spiega a David News perché ha scelto ciascuno di questi film per tornare al pubblico della sala nella grande festa di riapertura delle Notti Bianche. A 80 anni la sua voglia di cinema, e la capacità di rimettersi in gioco, sono ancora intatte. A inizio luglio, a nove anni dall'ultimo film Dracula 3D, comincerà le riprese di Occhiali neri, il suo ritorno al giallo, interpretato da Ilenia Pastorelli. «È un film interessante che è rimasto nel mio cassetto per alcuni anni», dice il Maestro. «Lo scrissi, poi col produttore ci furono dei contrasti e finì lì. Quando l'ho riletto ho pensato: ma perché non l'ho fatto? L'ho fatto leggere anche a mia figlia Asia che l'ha trovato molto bello».
Al Festival di Cannes lo vedremo invece al suo debutto come attore protagonista nel film Vortex di Gaspar Noé, sugli ultimi giorni di vita di un'anziana coppia. «Interpreto un critico cinematografico, è un po' anche la mia storia», racconta il Maestro, che negli anni Sessanta ha lavorato come critico al quotidiano Paese sera. Gaspar Noé ha voluto che lui e a Françoise Lebrun improvvisassero gran parte delle loro scene: «L'esperienza mi è piaciuta moltissimo. L'ho recitato in francese ma ero sereno, conosco bene la lingua. Per i dialoghi c'era solo una specie di traccia. Per esempio, Gaspar diceva: voi due litigate per l'educazione del figlio, improvvisando. E poi naturalmente voleva fare un secondo ciak, ma io non ricordavo più che avevo detto». Nel pieno della pandemia globale, dice Argento, anche le sue paure «sono tante, come anche le emozioni. Ma io resto molto affezionato ai miei sogni, dai quali è scaturito tutto il mio cinema onirico, ispirato dalla psicanalisi e da Sigmund Freud».


Ecco i 5 titoli scelti da Dario Argento con il suo commento in esclusiva per David News:


L'UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO (1970)
È il mio primo film, girato con molta scioltezza senza pormi dei fini. L'ho scritto e realizzato molto serenamente e mi ha dato una soddisfazione eccezionale: per esempio, è stato il primo film italiano ad arrivare in cima alla classifica degli incassi negli Stati Uniti. Non era mai successo. Non mi aspettavo un successo così, ero un ragazzino poco esperto di cinema ma, mentre lo facevo, ho scoperto che mi veniva molto facile. Anche le critiche furono buonissime, malgrado alcuni all'inizio dicessero che non era granché. Sono stati i critici francesi a scoprirlo, e da quel momento si è fatto strada in tutto il mondo. Fu anche una delle prime volte nella sua carriera in cui Ennio Morricone ha realizzato delle musiche improvvisate per il film: lui e il suo gruppo si mettevano in studio, guardavano passare la scena che dovevano musicare e improvvisavano. Se non gli piaceva, lo rifacevano. Fu anche il primo film per Vittorio Storaro.


PROFONDO ROSSO (1975)
L'ho scelto perché è il film che mi ha dato più soddisfazione in Italia, anche per la fantastica musica dei Goblin che è rimasta quasi un anno in classifica. Ancora oggi i Goblin la ripropongono in giro per il mondo: una volta li ho incontrati a New York dove facevano un medley dei miei film. Resta un titolo importante anche perché credo che la musica di questo film abbia ispirato molti registi americani.


SUSPIRIA (1977)
Suspiria è il mio film che ha avuto più successo all'estero, e non smette di essere proiettato in tutto il mondo. A Parigi è finito di nuovo in sala l'anno scorso e mi ha dato molte soddisfazioni. È un film che ho amato girare, molto misterioso con un grande lavoro sulla luce, sul taglio delle inquadrature, sugli attori.


OPERA (1987)
Lo considero uno dei miei film più riusciti. In Opera mi sono impegnato moltissimo, in un'epoca in cui non c'era ancora il digitale, per realizzare dei trucchi e degli effetti speciali artigianali che trovo molto belli. E poi è il trionfo della musica operistica, che è una delle mie passioni. Certamente uno dei miei titoli più importanti.


IL BACIO DELLA PANTERA (1942)
L'UOMO LEOPARDO (1943)

Dario Argento è stato ispirato anche da due grandi classici dell'horror firmati da Jacques Tourneur, entrambi prodotti da Val Lewton, il mitico produttore della RKO che realizzò una serie di film dell'orrore a basso costo diventati subito cult. I titoli prodotti da Lewton tra il 1942 (il primo fu proprio Il bacio della pantera) e il 1951 hanno segnato per sempre il cinema di genere, spostando l'immaginario del brivido dalla tradizione dei mostri a inquietudini più sottili e contemporanee.
«Sono un grande estimatore di Jacques Tourneur, anni fa ho presentato alcuni suoi titoli al Festival di Locarno. Tourneur ha spaziato fra vari generi, però quando ha girato degli horror è stato spaziale. Vidi Il bacio della pantera a Parigi e mi impressionarono moltissimo lo stile, l'eleganza, le scene, le luci, le ombre. Era un po' ispirato anche all'espressionismo tedesco. Io non avevo ancora iniziato a girare film, ed è stato un colpo di fulmine. Jacques Tourneur è uno dei registi più interessanti di questo secolo».