MONICA, L’INDIMENTICABILE
L’Accademia del Cinema Italiano dice addio a Monica Vitti con immenso dolore, ma col conforto di sapere che la sua arte non ci lascerà mai. Monica lunare ed esplosiva, Monica del grande cinema d’autore e della più radiosa commedia italiana, resterà per sempre nei nostri occhi.
Monica Vitti ha vinto cinque David di Donatello come miglior attrice protagonista, più tre riconoscimenti speciali, sempre in ruoli brillanti di donne non allineate. La prima volta, nel 1969, per La ragazza con la pistola, in cui Mario Monicelli le cuce addosso la testardaggine impertinente di Assunta Patané, disonorata per errore e poi rifiutata, decisa alla rivincita contro i cliché del maschilismo. Il secondo David, nel 1971, è per un’altra grande battagliera, Ninì Tirabusciò, che il delegato di polizia di inizio Novecento vorrebbe “più obbediente”, mentre Ninì ubbidirà sempre solo a se stessa. Nel 1974 è premiata per l’indimenticabile Dea Dani, la soubrette affamata e sognatrice di Polvere di stelle che suggella la coppia iconica con Alberto Sordi, due anni dopo il premio arriva per l’indispettita moglie borghese di L’anatra all’arancia di Luciano Salce. Nel 1979, infine, Monica vince il David di Donatello per un ruolo quasi duplice, quello della trentenne con doppia vita e due mariti in Amori miei di Steno.
La ricordiamo con una serie di foto tratte dalle tante cerimonie del David ai quali ha partecipato e con un filmato del 1984, nel quale Monica consegna il David di Donatello al miglior regista esordiente al marito Roberto Russo per il film Flirt, del quale è anche protagonista. Non dimenticheremo mai la sua voce ruvida e unica, gli occhi grandi coi quali non smetteva di interrogarci. Immensa Monica, grazie per la meravigliosa luce che hai donato al miglior cinema italiano.