foto Peppe Di Caro, Gianni Fiorito, Giorgio Zucchiatti, Stefano Schirato
VERSO IL DAVID 67: I PRIMI COMMENTI DEI CANDIDATI ALLA MIGLIOR REGIA E AL MIGLIOR FILM
di Elisa Grando
Leonardo Di Costanzo, Gabriele Mainetti, Mario Martone, Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore raccontano a caldo le loro reazioni dopo le candidature, in una cinquina attraversata da storie ed emozioni forti. Una soddisfazione da condividere con i grandi professionisti del cinema che hanno costruito questo successo insieme a loro.
Nella cinquina per il Miglior Film, che quest’anno coincide con quella della Miglior Regia, ci sono storie che gli autori hanno vissuto sulla loro pelle, avventure produttive coraggiose durate anni, racconti di amicizie ed epopee artistiche che travalicano il tempo, incontri che cambiano la visione stessa del mondo. È una cinquina dalle emozioni forti, arrivate dritte agli spettatori e che ora si riaccendono nelle parole dei registi nominati, Leonardo Di Costanzo per Ariaferma, Gabriele Mainetti per Freaks Out, Mario Martone per Qui rido io, Paolo Sorrentino per È stata la mano di Dio e Giuseppe Tornatore per Ennio. I loro film sono tutti in gara anche in molte delle altre categorie: ecco le prime reazioni a caldo dopo l’annuncio delle candidature.
LEONARDO DI COSTANZO candidato per ARIAFERMA
«Non mi aspettavo tutte queste candidature, sono felicissimo. È un riconoscimento al lavoro di tutti. Ariaferma è un film sul carcere certo, ma sembra che le dinamiche del carcere si ritrovino continuamente anche nel mondo fuori. L'altro giorno, al Teatro San Carlo di Napoli, è stato organizzato uno spettacolo di danza per la pace con ballerini ucraini e russi tra cui Olga Smirnova, un'étolie del Bolshoi che si è dimessa dal teatro moscovita proprio per protesta contro la guerra, e Anastasia Gurskaja, prima ballerina dell'opera di Kiev. Eppure c'è chi ha cercato di bloccare lo spettacolo: ci sono state proteste fuori al teatro per impedire che queste persone, prima che artisti, potessero ritrovarsi per costruire umanità e bellezza. È come se Ariaferma raccontasse quel gruppo di ballerini in un mondo che ha bisogno di contrapposizioni: bisogna mettere sempre le sbarre. Ho voluto fare un film su chi queste sbarre le vuole allargare».
GABRIELE MAINETTI candidato per FREAKS OUT
«Sono felicissimo per queste candidature al David di Donatello soprattutto come riconoscimento per tutte le persone che hanno contribuito a realizzare questo film. Freaks Out è un’opera collettiva, per l’enorme impegno produttivo e il lungo tempo che è servito per realizzarlo. All’annuncio delle candidature di Lo chiamavano Jeeg Robot sono rimasto quasi scioccato, da allora molte cose sono cambiate: diciamo che, negli anni, ci ho creduto un po’ di più. Da regista penso sempre a fare un buon film e so che posso riuscirci solo con degli ottimi collaboratori: una squadra con la quale posso trovarmi in sintonia per me è importantissima. Siamo in corsa insieme ad altri grandi film, ognuno portatore di una sua visione. Il fatto che un fantasy come Freaks Out sia stato votato in tante categorie e apprezzato dai professionisti dell’Accademia del Cinema Italiano è per me motivo di grande orgoglio. Forse suona ingenuo, ma Freaks Out dimostra che il cinema italiano è anche altro. Chi fa il cinema lo sa benissimo e queste candidature lo confermano».
MARIO MARTONE candidato per QUI RIDO IO
«Come sempre le candidature ai David emozionano, quando poi sono tante l’emozione si propaga tra tutte le persone che hanno lavorato con cura e con amore al film, ci si può abbracciare ancora tanto tempo dopo il set, è molto bello. Desidero ringraziare tutti i giurati che ci hanno votato: all’uscita in sala abbiamo avuto la sensazione che Qui rido io avesse toccato il cuore degli spettatori, ma i giurati, tra gli spettatori, sono i più attenti, i più esperti, i più severi. Se abbiamo toccato anche il vostro siamo davvero felici! Grazie».
PAOLO SORRENTINO candidato per È STATA LA MANO DI DIO
«Sono davvero felice per le numerose candidature ai David di Donatello. Sono un riconoscimento prezioso a questo progetto e a tutta la squadra del film che, nelle difficili condizioni dovute alla pandemia, non ha mai smesso di dedicarsi con gioia e abnegazione alla realizzazione di questa storia. E sono onorato di essere in cinquina con colleghi che stimo enormemente e che hanno realizzato film che, ne sono certo, lasceranno il segno. Spero vivamente che questa edizione dei David, dopo due anni difficili e faticosi, rappresenti un nuovo inizio per il cinema italiano. Io ci credo. Ringrazio l’Accademia del Cinema Italiano per aver tenuto in considerazione È stata la mano di Dio e sarà una gioia ritrovarsi tutti, di nuovo finalmente una comunità, il 3 maggio a Cinecittà.
GIUSEPPE TORNATORE candidato per ENNIO
«Le candidature ai David di Donatello, e il successo che il mio film ha riscosso nelle sale cinematografiche, sono eventi assolutamente inattesi che mi riempiono di gioia. Il fatto che Ennio sia preso in considerazione, oltre che tra i Documentari, anche come Miglior Film mi rende ancora più felice. Onestamente non so ancora, neanche adesso che il film ha iniziato la sua vita indipendentemente dalla mia, se si tratta di un saggio musicale, una biografia polifonica, una rivisitazione storica, un’inchiesta, o un musical didattico, so però di aver pensato sin dal principio di dover raccontare Ennio Morricone attraverso un romanzo audiovisivo in cui ogni elemento dovesse sottostare più alle regole del codice musicale che a quelle del linguaggio delle immagini. La realizzazione è stata complessa oltre ogni previsione, e carica di dolore, ma per certi versi magica. Lavorare per interminabili mesi in compagnia dell’immagine di Ennio mi dava l’illusione che il nostro rapporto di amicizia si estendesse oltre il tempo. Come la sua musica».